Di seguito alcune domande frequenti sulle Terapie Egizio Essene.
Abbiamo cercato di essere esaustivi e precisi nelle risposte…tuttavia le terapie rimangono un’esperienza e, come tale, difficili da descrivere.
Potremmo scrivere un intero libro sulle sensazioni di un abbraccio ma non si riuscirebbe comunque a descriverlo abbastanza ed ogni abbraccio è un’esperienza diverso dal precedente.
Quindi, nell’attesa di provarle….

Da dove vengono?

Risalgono al tempo del Faraone Akhenaton. Durante tutto il suo regno, ha invitato i suoi cittadini a sviluppare tutte le forme d’arte, in particolare l’arte della medicina e della guarigione.

Una parte di questa conoscenza fu presa in Palestina, con l’esodo di Mosè, e successivamente questa arte si sviluppò grazie ai numerosi contatti tra gli Esseni e i loro vicini, gli Egiziani.

L’origine della comunità Essena è sconosciuta e il significato del nome è incerto. È una corrente spirituale che si è sviluppata in particolare in Palestina ed in Egitto. Il luogo più noto è Qumram, vicino al Mar Morto, dove è stata trovata una vera fonte documentaria dei primi testi scritti. Questo movimento iniziò nel II o III secolo a.C. e si estese fino al primo secolo, probabilmente con la seconda persecuzione degli Ebrei da parte dei Romani. Questa tradizione si è probabilmente integrata con altre culture della diaspora ebraica.

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Lo studio di alcune pratiche egiziane e il successivo confronto con quelle trasmesse dagli esseni, consente di stabilire i seguenti collegamenti tra loro:

  •  la concezione dell’essere umano come, un essere formato da più corpi, imbricati l’uno nell’altro,
  •  la pratica della lettura dell’aura come strumento diagnostico per lo stato di salute di questi corpi sottili;
  • La conoscenza dei centri di energia nel corpo e delle correnti di vita nel corpo, il cui blocco porta ad uno squilibrio che colpisce anche il corpo fisico.
  • Numerose pratiche terapeutiche egiziane ed essene intendono ripristinare l’armonia dei corpi sottili e fluidificare il flusso della vita nel corpo.

Cosa sono?

Le cure egizio essene, sono terapie energetiche che consentono di accompagnare il paziente verso l’Unione, portando in equilibrio tutti i componenti del suo essere.

Permettono di svolgere un lavoro approfondito e promuovono il miglioramento dell’armonia tra i diversi corpi energetici dell’essere (eterico, emotivo e mentale). Ci permettono anche di tracciare l’origine del dolore per tornare alla sua fonte. Ciò favorisce anche un migliore allineamento tra corpo, anima e spirito.

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L’atteggiamento del terapeuta si basa sull’apertura del cuore. Questo può servire a diventare un canale tra le energie celesti e terrene, per accompagnare e assistere la persona nel suo processo di guarigione. Queste cure furono insegnate e praticate da migliaia di anni fa dai sacerdoti dell’antico Egitto e in seguito gli Esseni usarono una parte di questa scienza che ora è stata riattivata.

Le cure trattano i diversi centri energetici del corpo (chakra), i sub-chakra e i circuiti energetici (mo o nadi), ma anche gli organi nel loro aspetto sottile o energetico. Usano i sensi sottili (tattili, così come la vista, l’udito, l’olfatto e persino il gusto sottile). Combinano luce e suono a questa condizione del cuore, che è la persona che esegue la cura.

Sono cure associate all’apertura del cuore della persona che la esegue, che può usare la lettura dell’aura che ti permette di conoscere un po ‘di più sul passato recente o distante della persona, e quindi trovare l’origine delle ferite che generano pensieri e comportamenti ripetitivi che inducono l’attuale disagio che soffrono. Ciò accade attraverso un’opera di pacificazione e riconciliazione di tutte le parti dell’essere umano.

Per chi sono adatte queste terapie?

Queste cure sono rivolte a tutti, in primo luogo per mantenere un buon stato di equilibrio psico-fisico, oltre a trovare una risposta a un disordine fisico, una malattia o semplicemente per approfondire noi stessi e riscoprire il nostro essere.

Ci permettono di portare più luce nelle nostre aree o più ferite nascoste, dove l’energia del corpo non scorre in armonia. Consentono un rilascio della memoria cellulare (chiamato anche samsaras) e il rilascio di energia nei principali nodi descritti dalla tradizione orientale. In questo senso, queste preoccupazioni permettono al corpo e all’anima di essere riequilibrati, di trovare pace e serenità in noi stessi e con noi stessi.

Perché queste terapie si chiamano Egizio-Essene?

Perché arrivano a noi dal tempo del Faraone Akhenaton che diede un grande impulso a tutte le arti nel suo regno, in particolar modo alla medicina e alla guarigione. Una parte di queste conoscenze furono portate in Palestina  tramite l’esodo guidato da Mosè e, successivamente, dai continui contatti che gli Esseni avevano con i loro vicini Egizi.

Alcune fonti attendibili considerano gli Esseni depositari di una più antica scienza terapeutica che può essere fatta risalire a quella sviluppata dai sacerdoti egizi ai tempi di Amenhotep III e ad Akhenaton.

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Lo studio di alcune pratiche egizie e il confronto con quelle successive tramandate dagli Esseni, toglie ogni dubbio sull’evidente legame che esiste tra gli stessi:

  • la concezione dell’essere umano come un essere formato da numerosi corpi, uno dentro l’altro, che vanno dal meno denso fino al più grossolano, quello fisico;
  • la pratica della lettura dell’aura come strumento diagnostico dello stato di salute di questi corpi sottili;
  • la conoscenza dei chakra e delle correnti di vita o nadi, il cui malfunzionamento conduce ad uno squilibrio che si ripercuote anche sul corpo fisico. Numerose pratiche terapeutiche Egizie ed Essene hanno l’intento di ripristinare l’armonia tra i chakra e la fluidità della corrente vitale nei nadi.

Chi erano gli Esseni?

L’origine di questa comunità è sconosciuta e il significato del nome è incerto. Si sviluppò  in Palestina, nei pressi del Mar Morto, e in Egitto dai primi due-tre secoli avanti Cristo fino al primo secolo dopo Cristo. Medici guaritori, contadini e frutticoltori, erano profondi conoscitori delle erbe, dei cristalli e del colore con i quali curavano tutti coloro che richiedevano il loro aiuto.

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Vivevano  una vita semplice e ordinata presso le rive dei laghi e dei fiumi, non avevano né schiavi né servi, tra loro non vi erano né ricchi né poveri, condividevano tutto ciò che possedevano, e dedicavano molto tempo allo studio della medicina, dell’astronomia e dell’educazione.  Il loro stile di vita permetteva loro di raggiungere i 120 anni di età, convinti vegetariani non facevano sacrifici a Dio,  lo ringraziavano attraverso le preghiere che rivolgevano agli Angeli a cui erano particolarmente devoti. Dalle loro comunità, uscirono maestri e terapeuti come Elia, Giovanni il Battista, Giovanni l’Amato, il grande Maestro Gesù.

E’ possibile provare una terapia prima di iniziare il corso?

In molte regioni italiane si possono contattare allievi di corsi avanzati e collaboratori di Bernard Rouch che sono disponibili in tal senso.

Molti allievi dei corsi base hanno conosciuto le terapie Egizio-Essene sperimentandone prima l’efficacia.

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Per avere informazioni sui nominativi contattarci cliccando qui

A chi si rivolgono queste terapie?

Queste terapie si rivolgono a tutti, prima di tutto per conservare un buono stato di equilibrio psico-fisico, poi per trovare una risposta ad un disordine fisico, ad un malessere o semplicemente per andare in profondità in noi stessi o alla riscoperta del nostro Sé.

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Ci permettono di portare maggiore luce nelle nostre zone più nascoste o ferite, dove l’energia del corpo non fluisce più in modo armonioso. Permettono una liberazione delle memorie cellulari (dette anche samskaras) e di sbloccare le energie nei nodi principali descritti dalla tradizione orientale. In tal senso queste terapie permettono di riequilibrare il corpo e l’anima, di portare pace e serenità dentro di noi e con noi stessi.

È necessario avere conoscenze di anatomia e medicina?

E’ utile, ma non essenziale. Per chi avesse già una conoscenza dell’anatomia umana, la formazione permetterà di abbinare la conoscenza intellettuale a quella pratica e tangibile, per esempio imparare a percepire a livello sottile i reni o il fegato per decifrarne lo stato di salute.

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Per chi non ne avesse, ai corsi verranno date nozioni di anatomia necessarie per la pratica delle terapie proposte e insegnate. Naturalmente quanto appreso potrà essere spunto interessante per ulteriori studi e approfondimenti personali.

Perché queste terapie non si possono imparare sui libri?

L’esperienza insegna che la cosa veramente importante quando si intraprende un qualsiasi percorso di crescita interiore è di averne fatto “pratica” su di sè. Imparare a percepire il proprio corpo, comprendere le  problematiche che ne innescano i conflitti  e i blocchi,  ritrovare un nuovo equilibrio, sono esperienze che non si possono apprendere sui libri.

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E’ importante la pratica costante su se stessi, attraverso meditazioni, e sugli altri ,attraverso la sperimentazione delle terapie. Inoltre l’esperienza nel gruppo, durante i seminari, è un arricchimento ulteriore grazie alla possibilità di condividere e confrontarsi per approfondire le varie sfaccettature di  una stessa problematica.

L’apprendimento di pratiche energetiche non può essere separato da un percorso di crescita interiore: l’uno è compagno dell’altro sulla strada di un sano equilibrio per sé e gli altri.

A cosa serve la lettura dell’aura?

La lettura dell’aura era ed è un ottimo strumento che dà la possibilità di fare una diagnosi dello stato di salute e di armonia dei corpi sottili rispetto al corpo fisico.

Riuscirò a vedere l’aura?

Poiché la lettura dell’aura non è una tecnica, avviene con modalità e tempi diversi per ognuno. E’ una questione di sguardo unita alla perseveranza dell’esercizio.

La lettura dell’aura permette di vedere le vite passate?

Imparare a leggere l’aura permette di vedere un’infinità di cose dell’essere che si presta ad essere letto, anche le vite passate. L’esperienza insegna che il lettore riuscirà a vedere nell’altro ciò che l’anima di quest’ultimo è pronta a mostrare. Ogni coscienza è libera di aprirsi e di mostrare ciò che è più utile alla propria crescita.

Cosa possiamo fare per aiutare gli altri?

Se guardiamo la definizione della parola “aiuto” nel dizionario, la prima definizione che incontriamo è “Agevolare il completamento di un’azione. Favorire la realizzazione di un’azione eseguita da qualcuno”. Aiuto, in questa definizione, significa essere come un ponte che permettere a qualcuno (o a sé stesso) di passare da una situazione ad un’altra, che è generalmente più promettente. E’ quindi il ritiro di sé stessi, del proprio “io”, del proprio ego, per servire una causa più grande. Per aiutare gli altri e per essere al servizio, nell’ambito di una crescita personale interiore, abbiamo bisogno di andare oltre, di toccare profondamente l’anima. Come fare ad aiutare ad essere migliori?

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Nelson Mandela durante la sua investitura come presidente del Sud Africa nel 1994, ha citato questo testo di Marianne Williamson:

“La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni limite. E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più. Ci domandiamo: “Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?” In realtà chi sei tu per NON esserlo? Siamo figli di Dio. Il nostro giocare in piccolo, non serve al mondo. Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi cosicché gli altri non si sentano insicuri intorno a noi. Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini. Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi. Non solo in alcuni di noi: è in ognuno di noi. E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso. E quando ci liberiamo dalle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri”

In questo senso aiutare significa fare in modo che la nostra luce e la luce interiore degli altri si rivelino sempre di più.

Aiutare è quindi, prima di tutto, aiutare se stessi. Ossia, a partire dall’esperienza che viviamo, imparare a crescere, a maturare, ad arricchirci, ad essere un po’ più in equilibrio. Questo crea in noi più luce e maggiore fluidità, permettendoci così di superare uno stato dell’essere, un blocco o un aspetto di noi che definiremmo “un po’ meno luminoso o armonioso”.

Per arrivare ad uno stato di trascendenza, dobbiamo entrare in contatto con una parte di noi che è “al di là” della coscienza limitata che ci può venire dall’esperienza, per avere una visione più grande, più profonda, oggettiva. Come entrare in contatto con questa parte che è meno “toccata” dalle emozioni quotidiane, questa parte che ci vuole bene, questa parte che vede “al di là”? Tradizioni diverse ci propongono dei metodi per creare un po’ più di silenzio in noi, per calmare le emozioni che ci fanno andare più da una parte che dall’altra, per calmare i pensieri che si agitano facendoci perdere di obiettività. Al di là della tecnica, si tratta più che altro di tendere verso un processo di semplicità, di fluidità… il cuore.

Se lasciassimo il nostro cuore esprimersi spontaneamente, senza lasciare spazio al mentale o a domande del tipo “questo è un bene?”, “dovrei?” o cose del genere, o a emozioni di tristezza, amarezza e simili, allora lasceremmo nella nostra vita più libertà, più spazio alla nostra parte interiore, più gioia, più felicità. Ma anche più umanità.

Ci sono dei momenti in cui non sappiamo che cosa rispondere ad un essere che ci chiede aiuto o ci troviamo in difficoltà. Ascoltarlo, mostrargli attenzione e sorridergli, sicuramente darà a quella persona un po’ più la sensazione di essere importante, di esistere, di sentirsi meno solo, separato. Darà un po’ più di calore, un po’ più di luce. E’ quindi provare ad accompagnare quell’essere a ritornare ad un sentimento di unità interiore ed esteriore.

Quali passi per aiutare?

Aiutare significa instaurare un primo livello di equilibrio in noi, un equilibrio che ci permetta di vivere non in situazioni estreme, nel dolore o in situazioni accecanti.

Aiutare è quindi sinonimo di cercare di raggiungere una qualità di vita e di essere in noi che ci porti fluidità, piacere, gioia e un senso di unità. E’ saper ascoltare i nostri bisogni, le nostre capacità, il nostro corpo per riconoscere i nostri limiti e le nostre possibilità, in nostri punti di forza e le nostre debolezze. E’ offrire dei momenti a se stessi , dei periodi di ritiro per poi poter avanzare meglio.

Creando maggiore fluidità, lasciando che la corrente della vita circoli più liberamente, diventiamo come una barca che scorre con la corrente del fiume: otteniamo stabilità, equilibrio, forza e saggezza e avanziamo con il “grande tutto” (o, in questo caso, con la “grande acqua”!)

Facendo chiarezza in noi, possiamo, con il nostro esempio, accompagnare le persone che chiedono aiuto, non grazie ad un processo intellettuale, ma, piuttosto, grazie ad una pratica che esprime un vissuto, un’esperienza di cadute, di tentativi, ma anche di fiducia, di equilibrio e di forza, che permette quindi di esprimere più comprensione e compassione.

Aiutare più che permettere di crescere, permette e genera un “ingranaggio” di trasformazione ben più grande. La piccola ruota (che è la nostra azione locale) si ripercuote sulla grande ruota (che possiamo definire come cosmica, o energia che ci ingloba). Nello stesso tempo, la grande ruota influisce su quella piccola.

Queste terapie sono utili anche in caso di malattie gravi?

Le Terapie Egizio – Essene comprendono una serie di trattamenti che possono aiutare ed essere di supporto alle persone nel convivere con delle malattie come il diabete, il cancro, la sclerosi multipla, l’aids, l’allergia, le intolleranze alimentari, l’ipertensione, la depressione, l’Alzheimer, il Parkinson ecc…La comprensione delle cause che hanno portato l’individuo alla malattia permette di riportare armonia ed equilibrio tra il corpo e l’anima.

Resta evidente che questi trattamenti non intendono in nessun modo sostituirsi alle cure classiche, ma sono bensì complementari.

Come diventare terapeuta?

La caratteristica principale che i nostri antenati Egizi ed Esseni ci hanno tramandato rispetto alla pratica di questa antica scienza terapeutica, è la riscoperta dell’arte di essere terapeuti. Ognuno è un essere incredibilmente unico: le sue sensazioni e le sue percezioni non possono essere considerate uguali a quelle di un altro, anche se alcune ci possono sembrare simili a quelle della maggioranza. Non serve a niente diventare la fotocopia di qualcun altro; può invece essere utile aumentare e amplificare il proprio modo di sentire e di percepire i mondi sottili.

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Condurre la coscienza di ognuno a riscoprire in modo tangibile la nozione di integrità tra corpo-anima, può donare un nuovo equilibrio all’essere e, soprattutto, una base solida per creare una sana relazione d’aiuto tra il terapeuta e la persona che decide di farsi trattare. Nella pratica delle cure Egizio-Essene era ed è prima di tutto importante porre particolare attenzione a questa relazione: le persone che cercano aiuto per uscire da un problema, da uno stato di difficoltà, da un dolore esistenziale, da un malessere fisico, si presentano normalmente in uno stato di bisogno a cui corrisponde una sensazione di sentirsi piccoli, abbandonati e indifesi.

Gli antichi Egizi insegnavano prima di tutto a restituire alla persona la propria dignità facendo in modo che essa potesse ricontattare tutte le risorse in lei latenti e necessarie per guarire. Il riscoprirsi terapeuti consiste nell’aver compreso intimamente che non si è guaritori, che l’esperienza acquisita durante gli anni ci permette di diventare ponti tra l’essere umano e il divino, tra la cura e la malattia: l’atto terapeutico è un’arte, è un atto d’amore che si costruisce insieme al paziente.

Come vedere l’aura?

Imparare a “leggere” l’aura significa essere capaci di lasciare venire a sé, con garbo, comprensione e non giudizio, i vari capitoli del “libro di vita” di una persona. Questi possono presentarsi sotto forma di colori, immagini, sensazioni o simboli. Solo l’esperienza acquisita grazie ad una lunga pratica permette di coglierne il significato.

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Leggere l’aura significa poter accedere ad un mondo in cui i colori, le sfumature e la brillantezza di ciò che appare è incomparabile. Permette di poter dare una spiegazione o un aiuto alla persona che si fa leggere, individuando le difficoltà e le malattie in gestazione. Leggere l’aura è uno strumento prezioso per i terapeuti e per chi vuole aiutare il suo prossimo.

La pratica di ricezione che si impara a sviluppare, implica una trasparenza interiore. Ecco perché imparare a leggere l’aura è un percorso indissociabile da un lavoro di crescita interiore. Ogni colore, immagine che arriva sono indizi che, messi insieme, ci possono fornire un’immagine sempre più precisa della persona che ci sta davanti.

Accogliere uno sguardo che consideri l’organismo umano e i suoi corpi sottili come una totalità e un’unicità inscindibile che lo abita permette di poter vivere una qualità della vita più intensa e autentica.

Permette di accogliere le parti divina, umana e animale che sono in noi, di godere dell’unicità del proprio essere e degli altri, di riconquistare la libertà di essere noi stessi.

Questa libertà interiore può essere coltivata gradualmente prendendo coscienza della “sacralità” che permea ogni momento della nostra vita e della nostra quotidianità.

A volte il conoscere un po’ di più l’ignoto, lo sconosciuto, il negato, permette al corpo stesso di rilassarsi e di vivere con maggior tranquillità quegli stati d’animo inevitabili, come la sofferenza,  il dolore,  il disagio, perché si comprende che tutto quanto fa parte di una crescita: quella dell’anima.

Gli ostacoli vengono creati da noi, dal nostro sguardo e vivono solo perché si accetta di vederli come tali. Le risposte e le soluzioni dipendono dallo sguardo con cui si percepisce e si misura il mondo e cambiare lo sguardo sul mondo dipende dall’importanza degli ostacoli che la vita ci propone. Se si ha lo sguardo nel fuoco del cuore, non ci sono più ostacoli.

Crescere significa ritrovare il proprio equilibrio anima – corpo ed elaborare le risposte ai problemi che la vita ci propone, lasciando cadere gli automatismi che ci condizionano. In questa qualità d’animo l’ostacolo può non essere mai esistito e la sensazione che ne deriva è quella di aver bruciato con la fiamma del cuore gli ostacoli e la loro realtà illusoria.

Ogni esperienza è degna di essere vissuta e imparare a rieducare il proprio sguardo per osservare senza giudizio, con sincera tenerezza e un po’ di umorismo, può aiutarci a rendere ogni appuntamento della nostra vita reale fonte di arricchimento e di crescita.

Quali sono i livelli dell’aura?

La lettura dell’aura è una pratica che consiste nel cercare di vedere i diversi campi energetici che emanano dal corpo del paziente o della persona che si fa “leggere”.

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Il corpo emette differenti radiazioni energetiche, chiamate aure, che ci comunicano diverse informazioni a seconda della loro essenza.

Così può essere letta:

  • L’Aura eterica,  aura meno spessa e più vicina al corpo umano (si sposa con l’andamento della forma del corpo). Corrisponde all’energia vitale dell’essere, alla sua vitalità.
  • L’Aura astrale, radiazione energetica un po’ più grande ed allungata del corpo umano. Corrisponde alle emozioni (desideri, angosce e passioni).
  • L’Aura mentale, che racchiude le aure precedenti con un’estensione maggiore rispetto al corpo. In questa si formano i pensieri.
  • L’Aura causale, ancora più estesa delle precedenti. Con quest’aura si può riscoprire l’origine di alcune malattie che hanno la loro radice nelle vite passate o nella vita relativa alla gestazione nel corpo della madre. Ci mette in relazione con il mondo delle cause.

Qual è la specificità di queste terapie?

Le terapie Egizio-Essene sono delle terapie energetiche che permettono di accompagnare le persone verso il riequilibrio psicofisico e spirituale del loro essere. Permettono un lavoro in profondità e favoriscono il miglioramento armonico dei differenti corpi energetici dell’essere (eterico, emozionale e mentale). Permettono, anche, di risalire alla fonte del disagio e favoriscono il riallineamento tra corpo, mente e anima.

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L’attitudine del terapeuta è basata sull’apertura del cuore in modo da divenire canale delle energie celesti e terrestri per accompagnare e aiutare la persona nel suo processo di guarigione. Queste terapie furono insegnate e praticate migliaia di anni fa dai sacerdoti dell’antico Egitto e successivamente gli Esseni hanno utilizzato una parte di questa scienza terapeutica che oggi si è riattivata.

Le terapie trattano i differenti centri energetici o chakra, i sotto-chakra ed i circuiti energetici (nadi), ma anche gli organi nel loro aspetto sottile o energetico ed entrano in risonanza con i sensi sottili (tatto, vista, udito, olfatto e gusto). Le terapie associano luce e suono con l’apertura di cuore del terapeuta, il quale può impiegare la lettura dell’aura che permette di conoscere un po’ di più sul passato recente o lontano della persona, per ritrovare così l’origine che genera i riflessi di comportamento e di pensiero che inducono il disagio attuale, permettendo in questo modo un lavoro di pacificazione e conciliazione che favorisce il Ben-Essere globale.

A cosa servono queste terapie?

Queste terapie servono di sostegno alla malattia, al disagio esistenziale e alla sofferenza fisica, psichica e mentale. Agiscono sulla disarmonia tra anima e corpo e riconnettono l’essere umano alle energie della terra e del cielo, portando l’organismo ad un nuovo equilibrio e ad una nuova armonia.

In cosa si distinguono queste terapie rispetto alle altre discipline?

Le terapie Egizio – Essene sono terapie energetiche che permettono di accompagnare il paziente nel ritrovare un equilibrio di tutte le numerose parti del proprio essere.

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Promuovendo un lavoro profondo, favoriscono una maggiore armonia tra i diversi corpi energetici (eterico, emozionale e mentale). Permettono di sollevare alcuni veli che sono all’origine dei malanni e di risalire alla loro radice. Favoriscono un migliore allineamento tra corpo, anima e spirito.

L’attitudine di un terapeuta si basa sull’apertura del cuore.  Quest’ultimo, solo in questo modo, può essere canale tra le energie della terra e quelle del cielo ed aiutare il paziente nel suo processo di guarigione.

Queste terapie furono insegnate e praticate migliaia di anni fa dai sacerdoti dell’Antico Egitto. Successivamente gli Esseni hanno utilizzato e sviluppato una parte di questa scienza terapeutica che oggi è stata riattivata. Le terapie sono strutturate e organizzate in modo preciso in funzione della cura che viene praticata.

Le terapie si prendono cura dei numerosi centri energetici del corpo (chakra), dei relativi sottochakra e circuiti energetici (nadi), ma anche degli organi nel loro aspetto sottile ed energetico.

Fanno appello ai sensi sottili (tatto o tocco, ma anche vista, gusto, odorato, udito). Associano luce e suono a quello stato di cuore che è proprio del “Terapeuta”.

Infine, le terapie Egizio – Essene propongono la lettura dell’aura che permette, andando oltre il visibile, di sapere un po’ di più sul passato prossimo o lontano. In questo modo si può rintracciare l’origine delle ferite che hanno generato i riflessi comportamentali e di pensiero che inducono la malattia attuale nella persona. La lettura dell’aura passa, dunque, attraverso un lavoro di pacificazione e di riconciliazione di tutte le parti dell’essere umano.

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